Come ben sa ogni giocatore di Europa Universalis, il Sacro Romano Impero è uno stato-non stato con cui ogni potenza europea deve fare i conti. Paradox ha deciso di inserire una meccanica simile anche in Asia, sotto il nome di Impero Cinese. Inizialmente l'imperatore della Cina è Ming e come propri vassalli avrà degli stati tributari, che per l'appunto ogni anno dovranno versare dei tributi, sotto forma di oro, manpower o punti monarca. Gli stati tributari sono un nuovo tipo di vassallo esclusivo delle culture orientali, in cui il vassallo non ha come di norma un liberty desire ma ogni anno, al momento di pagare il tributo, può rifiutarsi di farlo.
Gli stati tributari sono particolarmente importanti per l'Imperatore poiché più ne ha più cresce la forza del suo mandato, se invece ne ha troppo pochi subirà una perdita di valore del mandato. Questo valore è esattamente come l'imperial autority dell'HRE e analogamente permette di passare delle riforme (Non c'è però la riforma per unificare tutti in un solo stato). Per rubare il titolo di Imperatore bisogna utilizzare un apposito casus belli, ma consiglio di farlo solo quando sarete abbastanza grossi da poter avere un buon numero di stati tributari o avrete problemi di gestione.
Con l'introduzione di queste meccaniche però assistiamo ad un cambiamento epocale del bilanciamento, con Ming che è stato reso molto più stabile e forte, tanto da sembrare ora un colosso difficile da scalfire, e pure l'IA raramente andrà incontro alla famosa Mingplosion che spezzettava Ming in 7-8 stati in seguito a molteplici rivolte regionali.
Dato che siamo in tema Ming, parliamo anche di una nuova meccanica unica legata alla sua religione, il Confucianesimo. Ora gli stati che adottano questa religione possono armonizzare le altre religioni, un processo molto lungo ma che permette di trattare la religione in questione come se fosse Confuciana a tutti gli effetti, senza quindi obbligarci a un lungo e destabilizzante processo di conversione forzata alla religione di stato.