Backblaze sarà forse sconosciuta a molti ma, ultimamente, a seguito dei post pubblicati nel blog aziendale, sta acquistando sempre più fama, anche agli occhi di chi non è direttamente interessato ai servizi che l’azienda offre al pubblico; a partire dal 2008, infatti, l’azienda offre cloud storage illimitato al costo di 5$/mese (o 95$ per due anni). Come si può ben capire, l’infrastruttura necessaria per offrire tale servizio prevede un gran numero di HDD, e per questo Backblaze ha analizzato molto approfonditamente, in tre articoli pubblicati sul proprio blog, questi prodotti. Tali pubblicazioni si basano su uno studio interno molto ampio, resosi necessario per individuare il modello di HDD più affidabile tra quelli in commercio. Potendo contare attualmente su più di 25000 HDD e più di 75 PetaByte di spazio disponibile ci si accorge presto che la mole di dati disponibile è sufficientemente ampia per poter realizzare un ottimo studio di settore.

 


Se i primi due post si sono concentrati su aspetti generali degli HDD (quale è la durata media degli HDD o sulla eventuale (non riscontrata) maggiore affidabilità dei dischi enterprise rispetto ai modelli consumer), peraltro comunque interessanti per l’utenza consumer, è il terzo che si distacca fortemente dalla generalità dei dati mostrati e illustra nero su bianco quali sono i modelli più affidabili tra quelli utilizzati dall’azienda. Come Google, anche Backblaze utilizza solo HDD consumer, quindi lo studio per l’utente casalingo assume un interesse notevole.


Esclusi dall’analisi un paio di modelli (nello specifico, il Western Digital Green 3TB ed il Seagate LP (low power) 2TB) che si son dimostrati poco affidabili quando utilizzati in abbinamento all'infrastruttura server di Backblaze (costruita attorno a rack dal design proprietario), probabilmente a causa delle maggiori vibrazioni dovute alla particolare modalità di risparmio energetico (che diminuisce notevolmente il numero di giri dei piatti dell’HDD quando non in uso, e l’aumenta drasticamente quando è richiesto lavoro), si scopre come gli Hitachi si siano dimostrati i modelli più affidabili tra quelli utilizzati dall’azienda. Seguono i WD a poca distanza e a grande distanza arrivano i Seagate.

 

 


Analizzando le cose nello specifico emerge che, per quanto riguarda Seagate, il modello che si è comportato meglio, tra quelli da 1,5TB, è il Seagate Barracuda LP (ST31500541AS), con un Failure Rate annuale pari a solo il 9,9%. Molto peggio invece i modelli da 7200 rpm, ovvero i Seagate Barracuda 7200 (ST31500341AS) e i Seagate Barracuda Green (ST1500DL003). Sebbene vi sia da tenere presente che questi modelli sono utilizzati in numero molto minore rispetto al primo modello menzionato, il Barracuda LP (rispettivamente, 539 e 51 modelli, contro i ben 1929 modelli utilizzati), il loro Failure Rate annuale è molto più alto, essendo pari al 25,4% e al 120% (se ad un primo sguardo una percentuale maggiore al 100% può sembrare sbagliata, precisiamo che una percentuale così alta non è errata, in quanto questa testimonia soltanto che la totalità dei Seagate Barracuda Green (ST1500DL003) non ha superato l’anno di vita). E’ inoltre giusto sottolineare che questi 51 HDD sono stati ricevuti direttamente da Seagate, come sostituzione in garanzia di altri modelli prodotti dalla stessa azienda. Probabilmente, i 51 HDD in oggetto sono modelli refurbished (revisionati) e il dato sulla loro vita operativa, quindi, non deve essere preso in termini assoluti, come vita operativa di modelli nuovi, ma può essere considerato come un indice (molto parziale) sulla qualità del servizio di garanzia che Seagate offre a clienti che hanno già avuto problemi con i loro HDD.


Proseguendo nella lettura si scopre come gli altri modelli Seagate si comportano tutto sommato dignitosamente, con il Desktop HDD.15 da 4TB (ST4000DM000) che ottiene un rispettabile Failure Rate annuale pari al 3,8%; valore che, a fronte di un prezzo di acquisto leggermente minore rispetto ai pari fascia, risulta leggermente più alto (di qualche decimo di percentuale) rispetto ai Western Digital Green (WD10EADS) (3,6%) e ai Western Digital Red (WD30EFRX) (3,2%). Spiccano, come si è detto, gli Hitachi, con valori uguali o inferiori all’1,5%, e con l’Hitachi GST Deskstar 5K3000 (HDS5C3030ALA630) e l’Hitachi Deskstar 7K3000 (HDS723030ALA640) che mostrano entrambi un Failure Rate annuale pari a solo lo 0,9%.


Se si da poi uno sguardo al tasso di sopravvivenza degli HDD, i Seagate continuano a non brillare, soprattutto a partire dal secondo anno di vita. Infatti, tolti i lotti di HDD che si rompono durante i primi mesi di vita, a differenza dei modelli degli altri due competitor, i modelli prodotti da Seagate mostrano un tasso di morte in costante aumento, tasso che si accentua con l’avvicinarsi del 2° anno di vita.


Ma non è finita qui. I Seagate non brillano neanche nelle configurazioni RAID, fondamentali nella costruzione di un server. Backblaze ha infatti scoperto che i Seagate, soprattutto se confrontati con gli Hitachi (il numero di HDD delle due aziende presenti nei server è più o meno lo stesso; troviamo infatti 12.459 Seagate e 12.956 Hitachi), presentano un numero maggiore di HDD (rispettivamente lo 0.28% contro lo 0.01%) che con il passare del tempo presentano problemi, problemi che possono essere risolti con tool automatici, o che eventualmente possono essere risolti formattando l’HDD “problematico”. Se di primo acchito questo potrebbe essere considerato un problema minore per l’utenza casalinga, sicuramente non lo è in ambito server, dove una percentuale maggiore di HDD problematici si traduce in maggior tempo che occorre utilizzare per rimetterli a posto, aumentando di conseguenza i costi di gestione.


Con i dati analizzati è facile comprendere come Seagate non ne esca positivamente; l’unico vantaggio degli HDD di questa casa è rappresentato dal minor prezzo di commercializzazione rispetto ai modelli pari fascia offerti da WD. Sarà interessante capire, poi, come si comporteranno i modelli WD in futuro, visto che la casa americana ha acquisito la divisione Hitachi che produceva gli HDD da 2,5”. Allo stesso tempo, dispiace costatare l’assenza dei prodotti Toshiba da questo studio. Considerando che è l’azienda che ha acquisito nel 2012 la divisione di Hitachi da 3,5”, i loro prodotti probabilmente non dovrebbero sfigurare rispetto alla concorrenza. D’altra parte, vista la qualità del know-how che hanno assorbito attraverso la citata acquisizione, difficilmente si comporteranno peggio dei Seagate.