Intel ha fatto registrare un 2016 da record, con 59,4 mld di dollari di fatturato e la divisione Client Computing Group in ripresa, ma le ombre cominciano ad essere sempre più estese e numerose tra questi numeri.

 

 

A fronte di un fatturato record, infatti, abbiamo un utile in contrazione rispetto al 2015, essendo passato da 11,4 mld a 10,3 mld di dollari (-10% YoY). Il debito a lungo termine, nell’arco degli ultimi 12 mesi, è rimasto costante, pari a circa 20 mld di dollari (In realtà è leggermente aumentato: +3% YoY). Intel, comunque, deve pagare questo debito e per questo tra le varie voci di bilancio vi è quella relativa al rimborso di questo debito: si parla di 1,5 mld di dollari a trimestre, 6 mld di dollari l’anno.

 

 

Questo debito è in gran parte dovuto all’acquisizione di Altera, grande rivale di Xilinx nel campo degli FPGA, costata circa 17 mld di dollari. Altera, però, sembra garantire utili alquanto limitati in relazione alla spesa sostenuta per acquisirla: nell’ultimo trimestre ha generato appena 80 mln di dollari (Operating Income). Di questo passo, in via del tutto teorica, serviranno 209 mesi (18 anni) per ripagarsi. Per questo motivo Intel deve trovare al più presto un modo per rendere altamente remunerativa questa acquisizione, sebbene attualmente non si sia visto ancora nulla di concreto.

 

 

Sempre a causa di questa acquisizione i liquidi in cassa per Intel si sono enormemente ridotti: nell’arco di un anno si è passati da 15,3 mld di dollari a 5,6 mld di dollari (-63% YoY).

Questa situazione andrà sicuramente ad incidere negativamente sullo sviluppo dei nuovi processi produttivi (10nm e 7nm), sempre più costosi. Non è un caso che Intel abbia per il momento deciso di affinare i 14nm con i 14nm Plus, arrivando a preventivare un ulteriore Tock – il terzo – su questo nodo (Coffee Lake).

Un’altra ombra è relativa al Non-Volatile Memory Solutions Group, divisione nell’ultimo anno si è trasformata da Cigno in Brutto Anatroccolo, con una perdita di 544 mln di dollari nel 2016. Il posticipo dell’introduzione degli SSD Optane, i problemi di produzione e i vociferati attriti con Micron potrebbero convincere Intel ad uscire dal mercato delle NAND Flash.

Anche il Data Center Group, che ha tenuto a galla gli utili di Intel nel 2015 e nel 2014, sembra stia subendo un discreto rallentamento. Interessante a tal proposito un articolo del sito The Next Platform intitolato “Skylake Xeon Ramp Cuts Into Intel’s Datacenter Profits”. L’elevato costo di produzione dei 14nm 3D-Gate, in confronto ai 22nm 3D-Gate, e l’introduzione degli Xeon-D a basso costo in risposta ai SoC ARM, sarebbero alla base di una pesante contrazione degli utili (-13,5% YoY) per questa divisione. Ed in futuro le cose potrebbero andare peggio, se Naples di AMD si dovesse rivelare concorrenziale come si vocifera nella fascia alta del mercato Enterprise.

 

 

In ultimo, non va dimenticato che il mercato PC, almeno per quanto riguarda il numero di PC venduti, è in costante contrazione. È vero che il prezzo medio delle CPU vendute è in ascesa (Grazie ai videogiocatori e agli utenti Enthusiast/Prosumer), ma l’arrivo di Ryzen potrebbe risultare deleterio per i conti di Intel se AMD dovesse procedere con un’aggressiva guerra dei prezzi come accadde ai tempi degli Athlon XP.