Con questa nostro articolo vogliamo andare un poco controcorrente rispetto a quanto ha fatto la stampa specializzata e non, non perché in noi risieda un odio atavico verso Intel (anzi, tutt'altro), quanto perché si sta osservando la cornice e non il quadro, come si suol dire.

 

 

Se da un lato Intel ha presentato un fatturato eccellente, pari a 14,6 mld di dollari (+8% YoY), ed utili per ben 3,3 mld di dollari (+12% YoY), dall'altro lato non possiamo fermarci ai meri numeri più vistosi, quelli che anche un bambino delle elementari noterebbe. La stampa specializzata deve andare oltre e, nel nostro piccolo, è quello che tenteremo di fare.

La prima cosa che dovrebbe saltare all'occhio anche del meno smaliziato tra gli investitori è l'incredibile cifra, pari a 4,17 mld di dollari, che Intel ha speso nel 3Q per ricomprare le proprie azioni (Stock Repurchase Program). Durante il 2Q del 2014 Intel ha speso 2,08 mld di dollari per questa pratica, mentre un anno fa spese 536 milioni. Un modus operandi ben lontano, ad esempio, a quello cui Intel ci ha abituato nel 2010, quando nel 2Q e nel 3Q del 2010 il riacquisto di azioni fu nullo. Alcuni si staranno chiedendo: perché Intel riacquista le proprie azioni, ed in quantità così elevate? Le ragioni, sebbene molteplici, possono essere ridotte principalmente a due:

  • diminuendo il numero degli azionisti pubblici, gli utili vengono divisi tra un minor numero di individui (azionisti), e questo permette di mantenere il dividendo elevato anche se gli utili rimangono invariati o diminuiscono (in questo caso, Intel si è permessa il lusso di aumentare leggermente i dividendi rispetto ai trimestri precedenti grazie a tale pratica);
  • la seconda ragione è collegata alla prima. Poiché oggigiorno la maggior parte delle transazioni vengono effettuate su "suggerimento" di Supercomputer che macinano informazioni su informazioni basandosi su complicati algoritmi (che privilegiano i dividendi e/o la veloce crescita del valore delle azioni), il modus operandi di Intel aiuta l'aumento di valore delle azioni, facendo sembrare l'azienda di Santa Clara in ottima salute.

Il riacquisto delle proprie azioni, però, non può continuare all'infinito, sia perché i fondi si prosciugano in fretta, sia perché ogni società capitalizzata in borsa ha bisogno di investitori esterni per reggersi in piedi. Questo lo si può osservare guardando al valore relativo ai liquidi in cassa di Intel, scesi dai 5,67 mld del 4Q 2013 ai 3,14 mld attuali (-44,62%). Situazione decisamente critica se si osserva il valore totale dei liquidi utilizzabili da Intel, nel caso si considerassero anche gli investimenti sia di lungo e sia di breve periodo. Si passa dai 21,88 mld del 4Q13 ai 15,59 mld attuali (-28,75%).

Tornando ai numeri essenziali citati all'inizio, è vero che Intel mostra le divisioni PC Client e Data Center in ottima salute, rispettivamente con un fatturato di 9,19 e 3,7 mld di dollari (+9% YoY e +16% YoY), ma la divisione Mobile è in assoluta crisi, e le recenti alleanze con RockChip e con lo stesso governo cinese potrebbero non bastare a risollevare la situazione: stiamo parlando di almeno 1 mld di dollari persi a trimestre per appoggiare la politica dei Contra-Revenue, e che il CEO di Intel, Brian Krzanich, ha già detto che non vorrebbe utilizzare per il mercato degli Smartphone. 

Un altro campanello d'allarme è relativo alla stasi delle cifre alle voci “Property, plant and equipment” e “Total Assets”, rimaste pressoché invariate. Questo significa che negli ultimi tre mesi o non sono stati effettuati investimenti nelle proprie FAB (macchinari, ampliamenti, ecc) o si sono dismessi alcuni impianti mentre altri sono stati aggiornati (D'altra parte negli ultimi tempi le notizie non sono state confortanti: stop ai lavori della FAB 24 e della FAB 42, e chiusura della FAB 17). Raramente nella storia di Intel si è assistito ad una situazione simile, e se una di queste due voci calava, l'altra cresceva notevolmente. Oggi, invece, entrambe sono al palo.

Intel sta cercando con tutte le proprie forze di inserirsi nel sempre più importante mercato del Mobile, di questo bisogna dargliene atto, ma deve fare in fretta perché sembra che le risorse stiano venendo a mancare, forse fin troppo velocemente (sarà per questo che in meno di un anno si è passati dal “tutto in casa” al “quasi tutto in Cina”?).