In attesa della recensione della nuova espansione di Europa Universalis IV, "Rights of Man", il nostro collaboratore esterno Marco Giorgini (Già autore della recensione di Cossacks 3 e grande fan di giochi strategici) ha deciso di scrivere il seguente editoriale per descrivere la polica commerciale di Paradox Interactive, sì basata sulla commercializzazione di numerosi DLC al paari di altre case, ma caratterizzata da alcune peculiarità.

 

 

Con questo articolo vogliamo parlare di politiche commerciali per la sostenibilità dei videogame e del loro sviluppo, portando all'attenzione il caso della casa di sviluppo svedese Paradox Interactive. Facciamo però prima un rapido riepilogo sulle politiche economiche che abbiamo visto fino ad ora applicate ai vari videogiochi, coi loro punti di forza e di debolezza.

Metodo classico, paghiamo tutto e subito: vai al negozio, virtuale o materiale che sia, paghi il prezzo del gioco e stop. Si tratta dell'operazione commerciale più vecchia dopo l'invenzione del baratto, e che fonda le proprie basi sin dagli albori dei videogame, quando si acquistava la cartuccia o il floppy di turno. All'epoca non esistevano patch correttive o espansioni da installare in un secondo momento, dato che proprio non esisteva internet per come lo conosciamo oggi. Ancora adesso la stragrande maggioranza dei videogiochi si basa su questa idea (Internet è però alla portata di tutti e le patch possono essere pubblicate in quantità).

PRO: sai subito quanto pagherai il gioco e hai già la versione finale.

CONTRO: io lo chiamo "prendi i soldi e scappa", non puoi essere certo a priori che il gioco riceverà patch correttive, neppure per i bug più clamorosi, e sicuramente non vedrai migliorie in futuro dato che già viene considerato un prodotto finito dalla casa di distribuzione.

 

Metodo classico con espansioni: vendi il gioco base, vendi n espansioni (O DLC come le chiamano adesso). Già molto meglio di prima: se il gioco ti è piaciuto le espansioni sono sempre ben accette, e spesso vengono anche vendute come gioco standalone.

PRO: se ti è piaciuto il gioco base puoi scegliere di comprare le espansioni che lo migliorano e che solitamente ne risolvono i bug.

CONTRO: In fin dei conti finisci per avere due cose separate, e se non paghi non hai migliorie per il gioco base.

 

Abbonamento MMORPG, alla World of Warcraft: Vuoi giocare? Ogni mese sgancia l'obolo. Qui stiamo camminando sul filo di un rasoio tra ciò che è accettato dai giocatori e ciò che non lo è: pago un gioco a prezzo pieno, ma per giocare devo pagare anche un abbonamento. Buono perché in realtà l'abbonamento è necessario per mantenere attivi numerosi server e per garantire il supporto alla realizzazione di continue patch antibug.

PRO: l'abbonamento mensile, in teoria, offre un servizio premium agli utenti, con server migliori e risoluzioni dei bug.

CONTRO: è un abbonamento, paghi uguale se giochi un giorno al mese o tutti i giorni, devi essere davvero malato per quel gioco per accettarlo; fattibile solo se è l'unico, o quasi, gioco che ami.

 

Free to play: Odio i F2P, mi dispiace. Non è una politica economica che giudico accettabile, ed il problema sta nel fatto che anche le software house che li producono devono campare. Per questo inseriscono nel gioco microtransazioni più o meno obbligatorie, paywall assurdi del tipo che arrivato a un certo punto o paghi o rimani bloccato (Avete presente il livello di Candy Crush che non potete superare senza aiuti a pagamento?). La trovo una politica non chiara, preferisco di gran lunga comprare un gioco ed averlo completo.

PRO: utile per i giocatori occasionali che preferiscono risparmiare il più possibile.

CONTRO: prima ti dicono che è gratuito poi sei costretto a pagare. Non è un prodotto che ti fa sentire un utente premium ma anzi un po' stronzo perché non vuoi tirare fuori la carta di credito ogni mezzora.

 

Dopo questa panoramica, sperando di non avervi annoiati troppo (Invece vi consento anche non essere d'accordo :P), arriviamo al nocciolo della questione:

Paradox Interactive ha trovato, o almeno così pare, un punto di equilibrio tra tutti queste metodologie di mercato e ha tirato fuori una formula che le permette di continuare a supportare i giochi già pubblicati con patch ma anche nuovi contenuti, non obbligandovi necessariamente a comprare espansioni e DLC.

Paradox ha infatti da diversi anni adottato una politica di pubblicazioni che ricorda la politica di un MMO (Alla Guild Wars), facendo uscire due o tre volte all'anno delle espansioni per i giochi attualmente supportati (Nel momento in cui vi scrivo sono: Europa Universalis 4, Crusader Kings 2, Hearts of Iron 4 e Stellaris). I ricavi economici delle espansioni permettono al team di sviluppo di non abbandonare il gioco ma di continuare a lavorarci stabilmente inserendo nuove funzionalità e risolvendo bug. Queste espansioni non sono mai obbligatorie, anzi sono sempre accompagnate da una patch gratuita che comprende una parte di queste modifiche di modo che, anche chi non vuole comprare una certa espansione, o perché non interessano i miglioramenti implementati o perché vuole aspettare i saldi di steam, ne possa godere almeno in parte i benefici. Le espansioni sono infatti modulari e non hanno prerequisiti per essere godute (Basta possedere il gioco base).

Il maggior pregio di questo modus operandi per gli utenti è quello di poter scegliere se "investire" nel proprio gioco al fine di avere sempre la versione migliore con tutti i DLC, oppure di poter godere di parte delle migliorie comprando solo il gioco base e, magari, le espansioni più importanti. Questi ragionamenti si applicano ancor meglio ai DLC di soli contenuti grafici o musicali che aggiungono solo texture grafiche o tracce musicali che accompagnano ogni espansione e che sono ancora più opzionali. Gli sviluppatori hanno già detto che, grazie a questa politica commerciale, i giochi attualmente in vendita continueranno ad essere supportati finché non svilupperanno un nuovo motore grafico che rimpiazzi l'attuale Clausewitz Engine, il motore di gioco proprietario di Paradox, e finché la comunità continuerà a comprare le espansioni e i DLC.

Personalmente all'inizio pensavo fosse folle come politica commerciale (Non siamo mica su WoW!), eppure me ne sono innamorato, soprattutto quando mi imbatto in giochi di altre case che non hanno ricevuto alcun supporto dopo l'uscita, neppure per risolvere i bug più clamorosi, giochi che invece avrei potuto apprezzare moltissimo se avessero ricevuto quel minimo di attenzione. Inoltre in questi 3 anni Europa Universalis 4 è cambiato a tal punto che potremmo tranquillamente chiamarlo Europa Universalis 5: quasi tutte le meccaniche base sono state riviste, migliorate e approfondite nel corso delle varie patch, a pagamento o meno. Inoltre questo è un genere di gioco che se vi prende vi terrà incollati per centinaia di ore fornendo una longevità pressoché infinita. Attualmente Europa Universalis ha 9 DLC maggiori, mentre Crusader Kings 2 ne ha ben 12.

Un punto negativo di questa politica risulta essere l'enorme numero di DLC attualmente in vendita su Steam (Al momento ve ene sono 46 disponibili). I nuovi possibili giocatori potrebbero essere scoraggiati all'acquisto, pensando: "Ma devo comprare tutta questa roba per godermi il gioco?". Questo potrebbe accadere perché non è chiara la distinzione tra i DLC effettivamente interessanti e quelli che contengono solo migliorie estetiche. Si dovrebbe pensare ad un sistema che permetta ogni 1-2 anni di poter avere un pacchetto completo di ciò che è uscito in passato a un prezzo ragionevole, non come ora che con tutti i DLC e il gioco base si vede sparata una cifra vicina ai 300€ (Incluso il gioco base e senza sconti).

Inoltre un altro aspetto negativo di questa politica è che quando uscirà un nuovo gioco base, inevitabilmente si avranno meno contenuti rispetto al vecchio gioco, forte di 10 espansioni o più. Questo fenomeno lo chiamo "Effetto The Sims" perché è la medesima cosa che accade con l'uscita di ogni nuovo capitolo del gioco di Maxis. Appena esce il nuovo episodio, giù uno shitstorm di critiche nei forum perché nel precedente, dopo 8 espansioni, potevi avere il cane, le vacanze al mare, la discoteca, la casa con gli arredi anni '70, e via discorrendo, mentre col nuovo gioco base ogni volta ti ritrovi con due opzioni in croce. Tra The Sims e un gioco Paradox vi è però una differenza: se compri The Sims e non compri le espansioni non avrai mai nuove feature, il gioco rimarrà il medesimo anche dopo 5 anni, a parte qualche patch antibug; invece nei giochi Paradox si hanno nuove feature ed importanti miglioramenti alle meccaniche di gioco ogni 4-6 mesi, anche senza aver speso altri soldi per espansioni. Questo è il principale punto di forza della formula di Paradox: basta aver acquistato il gioco base per godere di migliorie e nuove funzioni gratuitamente.

Se non avete mai giocato a Europa Universalis o a Crusader Kings e volete provarli, vi consiglio di procurarvi anche solo la versione base, che durante i saldi di Steam costa meno di 10€. Oppure il pacchetto con le prime espansioni, che solitamente costa meno di 20€. Se poi vi prenderanno, avrete tutto il tempo di mettervi in pari con gli altri DLC. Inoltre, vi ricordo che i giochi Paradox non hanno una traduzione ufficiale in italiana. Esistono però delle mod, che comunque vi consiglio di usare solo se siete davvero negati con l'inglese.