Pagine

Il mercato degli SSD nel formato classico da 2.5” e con connessione SATA è in stasi da diverso tempo, sia perché il bus SATA III è stato saturato prima di quanto ci si aspettasse sia perché, conseguentemente, le case devono battagliare su altre caratteristiche per portare a sé nuovi clienti o mantenere quelli attuali. Tutto questo lo abbiamo visto nella recensione del RevoDrive 350, sempre di OCZ.

Alcune marche che pensavano di potervi trovare un fertile terreno di guadagno come, ad esempio, Verbatim, TDK e Zalman, si sono presto ritrovate in un pantano: rimarchiare qualche SSD prodotto da altri non si è rivelato sufficiente, soprattutto quando molte di quelle case che offrivano loro questi SSD sono poi entrate direttamente in gioco (possiamo citare Lite-On, Toshiba e SanDisk, tra le tante). Altre case, fin dagli albori nel mercato degli SSD, come Corsair e Mushkin, sono ormai ridotte al lumicino per quanto riguarda le quote di mercato.

 

 

Oggi, quindi, ci troviamo di fronte principalmente a tre tipologie di vendor di SSD, che andremo analiticamente a descrivere:

  • quello che, potendo contare su canali di vendita immensi e su un marchio storicamente conosciuto come eccellente, può permettersi di acquistare ingenti quantità di NAND Flash, così da poter commercializzare SSD dai prezzi molto concorrenziali (in questa categoria rientrano, ad esempio, Kingston ed ADATA);
  • quello che, grazie alle proprie Fonderie, è divenuto anche produttore di SSD perché, come ha spiegato bene San Disk, oggi si guadagna di più vendendo direttamente gli SSD piuttosto che le NAND Flash a terzi (in questa categoria rientrano SanDisk, Toshiba, Samsung, Intel e Micron);
  • quello che, assorbito da un'altra azienda o puntando a mercati altamente remunerativi, vende prodotti ad alto contenuto tecnologico e dall'alto valore aggiunto, diventando di fatto una marca Premium (in questa categoria rientrano, ad esempio, OCZ Storage Solutions, Seagate e, ancora una volta, Intel).

Essere dei produttori di NAND Flash, comunque, aiuta relativamente, in quanto la clientela si fa ogni giorno sempre più smaliziata, e tanto un Software quanto un Firmware ben scritti possono fare la differenza. Ritrovarsi un SSD svelto all'usura e alle rotture, anche se veloce, spesso porta il cliente ad odiare il brand in oggetto. È per questo motivo, ad esempio, che di SSD Intel a basso prezzo non se ne trovano (la casa di Santa Clara ha deciso di puntare su una clientela più elevata di quella consumer di fascia bassa, partendo direttamente dai, così detti, prosumer), e che OCZ ancora fatica a farsi accettare come marca affidabile, visti i trascorsi recenti.

Come abbiamo scritto più sopra, le varie case per sopravanzare i concorrenti hanno tre soluzioni a disposizione: o puntare sulle prestazioni velocistiche, o su ottimi software/firmware o, infine, su condizioni di garanzia migliori. Non potendo contare su specificità particolari, quali ad esempio Software di gestione di livello semi-professionale o Firmware creati ad hoc, alcune case, come Corsair e Mushkin, hanno puntato sulle sole prestazioni, ma senza grossi risultati. Altre case, come Kingston e Samsung, hanno puntato sulle prestazioni e sull'affidabilità. Altre case, come Intel, sull'affidabilità e le condizioni di garanzia.

OCZ, con la presentazione dell'ARC 100, ha deciso di offrire tutte e tre queste caratteristiche, e ad un prezzo eccezionale.