Nonostante un fatturato nel 2Q17 di 52,9 mld di dollari (+4,6% YoY), un utile di 11,03 mld di dollari (+4,9% YoY) ed un dividendo per azione pari a 2,10 dollari (+10,5% YoY), gli investitori non hanno preso bene la contrazione delle vendite degli iPhone, prodotto principe della line-up della casa di Cupertino.

Rispetto al medesimo periodo dell’anno scorso, le vendite degli iPhone sono passate da 51,2 mln di unità a 50,8 mln di unità: alcuni investitori vedono in questo dato il bicchiere mezzo pieno (Nonostante l’aumento dei prezzi le vendite si sono mantenute stabili), mentre altri vi vedono il bicchiere mezzo vuoto (La moda degli iPhone è finita, folli!).

Personalmente ci sentiamo di abbracciare la prima tesi in quanto, nonostante un aumento considerevole dei prezzi di NAND Flash e DRAM, ed un aumento medio del prezzo degli iPhone, Apple tiene botta alla grande. Se due anni fa era possibile acquistare l’iPhone 5S a 699 (16GB), 799 (32GB) e 899 (64GB) euro, ed un anno fa l’iPhone 6S a 889 (16GB), 999 (64GB) e 1.109 (128GB) euro (128GB), per avere l’iPhone 7S oggi bisogna spendere 939 (32GB), 1049 (128GB) e 1159 (256GB) euro. Ricordiamo anche che Apple, grazie al proprio consistente “giro d’affari”, riesce a strappare contratti di fornitura decisamente migliori rispetto ai concorrenti diretti, nei confronti dei produttori di NAND Flash e DRAM, e questo aiuta a mantenere degli utili piuttosto elevati.

Quest'ultimo trimestre, inoltre, mette in luce con ancora più chiarezza la forza intrinseca del marchio: nonostante il prezzo del modello di punta sia aumentato del 29% nell'arco di due anni, le vendite non accennano a ridursi. Questo significa che i clienti di Apple sono quasi del tutto indifferenti nei confronti del prezzo di acquisto, in quanto la cosa che più importa è l'avere il logo della mela morsicata sulla propria cover.

Per rimanere a galla a Wall Street, comunque, non si può e non si deve operare solo nell'ambito del commercio tradizionale, e per questo Apple ha deciso di dare un contentino ai propri azionisti, aumentando la quota da dedicare al pagamento dei dividendi: “The Board has approved a 10.5% increase to the Company’s quarterly dividend, and has declared a dividend of $0.63 per share of the Company’s common stock, payable on May 18, 2017 to shareholders of record as of the close of business on May 15, 2017”. Questa decisione dovrebbe aiutare a mantenere elevato il valore delle proprie azioni, in vista di future acquisizioni (Spesso, infatti, si pagano parte in denaro, parte in azioni).

Allo stesso tempo, sempre la dirigenza di Apple ha deciso di aumentare la quota di capitali da destinare agli azionisti (Circa 50 mld di dollari) per i prossimi due anni: “Apple also announced that its Board of Directors has authorized an increase of $50 billion to the Company’s program to return capital to shareholders and is extending the program timeframe by four quarters. Under the expanded program, Apple plans to spend a cumulative total of $300 billion by the end of March 2019”.

Parlando degli altri prodotti di Apple, notiamo come gli iPad siano in perenne collasso (-30% di fatturato, e -32% di unità vendute YoY), mentre i Mac sembrano conoscere una seconda giovinezza (+14% di fatturato, e +4% di unità vendute YoY), in perfetta controtendenza al mercato PC Windows tradizionale. Sarà interessante osservare come Apple vorrà sfruttare questo ottimo momento, magari attraverso la commercializzazione di nuovi desktop e portatili equipaggiati con le prossime APU di AMD.

Ottimo lo stato di salute anche dei servizi digitali (Il cui fatturato è aumentato del 18% YoY) e degli accessori (Fatturato al +31% YoY), segno di come l'acquirente Apple tenda ad acquistare l'intero ecosistema della casa di Cupertino (Servizi, cuffie, accessori vari, ecc), e non solo il prodotto base, anche se questo significa dover sborsare cifre importanti.

Va notato, in ultimo, come il debito a lungo termine continui ad aumentare (Siamo arrivati a 84,5 mld di dollari), segno di come sia più economico pagare gli interessi sul debito piuttosto che riportare i capitali esteri in madrepatria (Più di 200 mld di dollari). Evidentemente il sistema finanziario statunitense ha qualche bug da fixare ...