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Il P4 Extreme Edition e l'arrivo dell'Athlon64 di AMD

I nuovi processori Athlon XP basati su core Barton si rivelarono eccellenti sia dal punto di vista prestazionale, sia da quello del prezzo, sia in mabito di overclock. Usciti il febbraio del 2003, gli Athlon XP 2500+ diventarono un must have per tutti gli utenti che guardavano non solo alle prestazioni, ma anche al prezzo. Venduto a 100$ circa dopo pochi mesi dal lancio, costava un terzo del modello di punta 3200+. Caratteristica peculiare del 2500+ era il moltiplicatore di frequenza impostato ad 11x, al pari del modello 3200+. Tra i due processori cambiava solamente la frequenza di bus, 333 per il 2500+ e 400 MHz per il 3200+. In questo modo gli utenti, anche su una scheda madre molto economica, potevano effettuare un "finto overclock" così da avere un processore di fascia alta. In tutta tranquillità (le schede madri supportavano sia i 333 MHz sia i 400 MHz di specifica) .

Con un processore da 100$ gli utenti AMD potevano avere prestazioni quasi pari al modello di punta Intel Pentium 4 a 3,2 GHz, che costava sette volte tanto.

Intel si vide costretta, ancora una volta, a correre ai ripari urgentemente, non solo per contrastare i Barton, ma anche perché AMD si stava preparando a presentare la nuova architettura K8, progettata ex-novo e con istruzioni a 64-bit.

Le due case combatterono principalmente sui prezzi, fino a quando nel novembre del 2003 fu presentata la prima CPU Extreme Edition di Intel, realizzata al solo scopo di primeggiare nelle classifiche di benchmark e far contenti gli overclocker.

Questa CPU, chiamata Pentium 4 EE 3,2 GHz, era basata sul core Gallatin, utilizzato fino ad allora solo per le CPU serie Xeon. Semplificando, era un core Northwood con una cache di terzo livello (L3) di 2MB. Questa soluzione permise ad Intel di primeggiare per circa un mese: nel novembre del 2003 fu finalmente presentata la nuova architettura AMD, che prese il nome di Athlon 64. AMD accelerò la commercializzazione dei nuovi processori per cercare di guadagnare ulteriori quote di mercato, immettendo in principio solo le piattaforme di fascia altissima (Socket 940) e di fascia bassa (Socket 754).

Le CPU FX-51, su Socket 940, operanti a 2,2 GHz polverizzavano le controparti Intel, ma venivano vendute ad un prezzo inaccessibile ai più (999$). Queste furono le prime vere CPU dedicate agli overclocker, ed AMD le commercializzò spinta dal successo degli Athlon XP 2500+ core Barton e, come già detto, dalle ottime vendite delle schede madri di fascia alta per Socket 478. D’altra parte, gli Athlon 64 su Socket 754 prestazionalmente tenevano testa ai Pentium 4 senza problemi, soprattutto nei giochi, ed il loro costo era alla portata di tutti.

Intel, impossibilitata almeno in parte a rispondere con i propri prodotti, portò avanti una campagna anti 64-bit, affermando che fossero inutili nell'utilizzo SoHo (Small office, Home office), cioè quello degli utenti casalinghi, per evitare che AMD guadagnasse eccessive quote di mercato.

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