B&C e la questione "degli articoli prezzolati"
Inviato: lunedì 17 agosto 2015, 14:39
Scrivo questo post per descrivere come opera Bits And Chips, visto che nei forum italiani ci sono utenti che denigrano il nostro lavoro senza cognizione di causa.
Dovete sapere, cari lettori, che la maggior parte delle "grosse" testate che scrivono d'informatica in italia (non starò qui a fare i nomi), pubblicano articoli su software, hardware ed aziende nella maggior parte dei casi solo dietro compenso (circa 700-1000 euro a pagina), come mi hanno confermato un paio di PR che lavorano per due importanti agenzie di stampa. Immuni a questo "ricatto" sono solo le aziende più grosse (le quali pagano indirettamente per avere buoni feedback: viaggi pagati in località esotiche e/o costose, costosi sample lasciati a disposizione indefinitivamente, intercessioni con i partner, ecc).
Se non avete visto nessun articolo, ad esempio, sui meravigliosi lavori dei ragazzi di ApeMarina (qui la nostra intervista a loro), c'è un perché (questo è un nostro pensiero personale, Gianni ed Andrea non ci hanno detto nulla a riguardo, ndA).
Quello che ci preme sottolineare, solo per dovere di cronaca, è che noi di BitsAndChips abbiamo sempre pubblicato tutto gratuitamente, senza richiedere alcun compenso. Quello che ci tiene in piedi non sono gli articoli prezzolati, ma la pubblicità, e questo lo facciamo per essere i più obiettivi possibile (prima di tutto, anche noi redattori siamo utenti).
Certo, alcuni diranno che la pubblicità è una forma di corruzione, ma se la si vede così, allora è meglio tornare alla preistoria ed alla comunicazione orale. La pubblicità, da sempre, tiene in piedi le testate giornalistiche.
Sempre altri, diranno che sono un fanboy di AMD, ed effettivamente mi sta simpatica come azienda, ma non per questo non ho tagliato le gambe ai suoi prodotti quando se lo meritavano (es. recensioni Sempron 3850 e Athlon X4 860K). Lo stesso vale per miei colleghi: hanno delle preferenze, ma quando scrivono un articolo le mettono in un cassetto.
Detto questo, sperando che abbiate compreso il nostro punto di vista, torniamo al punto principale ...
Dovete sapere, cari lettori, che la maggior parte delle "grosse" testate che scrivono d'informatica in italia (non starò qui a fare i nomi), pubblicano articoli su software, hardware ed aziende nella maggior parte dei casi solo dietro compenso (circa 700-1000 euro a pagina), come mi hanno confermato un paio di PR che lavorano per due importanti agenzie di stampa. Immuni a questo "ricatto" sono solo le aziende più grosse (le quali pagano indirettamente per avere buoni feedback: viaggi pagati in località esotiche e/o costose, costosi sample lasciati a disposizione indefinitivamente, intercessioni con i partner, ecc).
Se non avete visto nessun articolo, ad esempio, sui meravigliosi lavori dei ragazzi di ApeMarina (qui la nostra intervista a loro), c'è un perché (questo è un nostro pensiero personale, Gianni ed Andrea non ci hanno detto nulla a riguardo, ndA).
Quello che ci preme sottolineare, solo per dovere di cronaca, è che noi di BitsAndChips abbiamo sempre pubblicato tutto gratuitamente, senza richiedere alcun compenso. Quello che ci tiene in piedi non sono gli articoli prezzolati, ma la pubblicità, e questo lo facciamo per essere i più obiettivi possibile (prima di tutto, anche noi redattori siamo utenti).
Certo, alcuni diranno che la pubblicità è una forma di corruzione, ma se la si vede così, allora è meglio tornare alla preistoria ed alla comunicazione orale. La pubblicità, da sempre, tiene in piedi le testate giornalistiche.
Sempre altri, diranno che sono un fanboy di AMD, ed effettivamente mi sta simpatica come azienda, ma non per questo non ho tagliato le gambe ai suoi prodotti quando se lo meritavano (es. recensioni Sempron 3850 e Athlon X4 860K). Lo stesso vale per miei colleghi: hanno delle preferenze, ma quando scrivono un articolo le mettono in un cassetto.
Detto questo, sperando che abbiate compreso il nostro punto di vista, torniamo al punto principale ...