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I produttori di CPU stanno tentando di integrare all'interno di un singolo chip tutte le funzionalità che in passato erano gestite da chip esterni saldati sulle schede madri. Northbridge e Southbridge presto diventeranno solo un lontano ricordo e alla scheda madre saranno lasciati i soli controller per le caratteristiche accessorie (audio, wi-fi, LAN, Firewire) ed i connettori per il collegamento delle periferiche esterne.

Questo trend ha in un certo senso obbligato i produttori di schede madri a trovare altre strade per potersi differenziare gli uni dagli altri. Sono così nate feature specifiche ed avanzate che stanno caratterizzando questi prodotti come soluzioni progettate per sistemi gaming, server, desktop tradizionali, HTPC e così via.

 

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Una delle funzionalità che tutti i produttori hanno integrato sulle proprie proposte, reinterpretandola in maniera specifica, è quella legata al tuning automatico del sistema. In parole povere un sistema che overclocca automaticamente i componenti cercando di ottenere il miglior risultato in termini di prestazioni e stabilità. Tecnica che in ogni caso si scontra con le tecnologie turbo integrate nelle CPU delle ultime generazioni e non sempre incontra il favore degli utenti, specie quelli più smaliziati che tendono a preferire modifiche manuali senza alcun intervento della macchina.

Eppure anche per questi ultimi, tecniche di overclock automatico potrebbero costituire, se non un modo per trovare la migliore combinazione possibile, quantomeno quello per avere una base da cui partire che non sia quella di funzionamento a default.

Fatte le dovute premesse vogliamo oggi mettere a confronto le tecniche utilizzate dai tre produttori first tier, ASUS, MSI e Gigabyte. Lo faremo utilizzando schede madri con chipset Intel Z77 per CPU Sandy Bridge ed Ivy Bridge socket LGA 1155 (in futuro ripeteremo questo esperimento anche per le piattaforme AMD), e in particolare basandoci sulle seguenti configurazioni:

 

Configurazioni di prova
Schede madri - Asus P8Z77-V Pro
- MSI Z77A GD55
- Gigabyte GA-Z77X UD5H
Processore Intel Core i7 2600K Sandy Bridge
Memoria 4GB DDR3 2133 Kingston
Hard Disk WD Caviar Blue 320GB SATA 3
Scheda video NVIDIA GeForce GTX 570
Scheda audio Integrata
Media DVD Rom Pioneer 16x
Alimentatore Corsair 620W
Sistema operativo Windows 7 Ultimate 64-bit

 

Di seguito trovate una descrizione dei test che eseguiamo e di come li eseguiamo.

  • Fritz Chess Benchmark: questo è un tool che misura la potenza del processore di sistema utilizzando il motore per la creazione di giochi di scacchi "Fritz 9 engine". Il risultato del test è espresso in nodi per secondo medi. Il software è fortemente ottimizzato per girare in ambienti multicore ed è capace di attivare fino ad 8 thread contemporaneamente.

  • 3DMark06 (versione 1.1.0 Professional): ci permette di valutare le prestazioni grafiche 3D offerte dal sistema. Nel suo computo sono inclusi, in particolare, la CPU, la memoria di sistema ed il controller grafico.

  • PovRay (versione 3.7): il tool Persistence of Vision Raytracer (PovRay) permette di creare grafica tridimensionale di elevata qualità. Al suo interno troviamo una scena standard creata proprio per effettuare benchmark sulla CPU che sfrutta la maggior parte delle feature disponibili con questo software. Per rendere ripetibili i nostri test utilizziamo sempre le impostazioni di default del file .ini.

  • Cinebench (versione 10): suite di test multi-piattaforma basato sul software di animazione CINEMA 4D ampiamente utilizzato da studi e case di produzione per la creazione di contenuti 3D. Grazie ad esso possiamo valutare le performance del sottosistema CPU seppure l'influenza di chipset, memorie e scheda grafica installate nel sistema non può essere trascurata. Il software esegue un test di rendering capace di sollecitare uno o tutti i core del processore disponibili.

  • 7-Zip (versione 9.15 beta): con questo noto software di compressione dati eseguiamo due diversi benchmark. Il primo viene realizzato utilizzando il tool integrato che restituisce una indicazione sui MIPS (million instructions per second) che il sistema è in grado di offrire (potete confrontare i risultati ottenuti con quelli ufficiali e con quelli del vostro sistema). Il secondo invece prende in considerazione una situazione reale nella quale viene richiesto al sistema di comprimere in formato 7z una cartella da 5,36GB contenente 4.379 file di diversa dimensione e tipologia (immagini, testo, html, video, foto, applicazioni) e 536 sottocartelle e poi di decomprimere la stessa. L'operazione di compressione ha una forte dipendenza dalla memoria cache della CPU e dalla memoria RAM installata nel sistema. Quella di estrazione dipende molto, invece, dalla capacità della CPU di gestire le operazioni su interi. In tutti i casi, il software sfrutta abbastanza bene tutte le risorse (core) di CPU a disposizione.

  • Handbrake (versione 0.9.4): un software di transcodifica video open-source multipiattaforma e multithreaded con il quale effettuiamo una conversione video di un intero DVD (Codice Swordfish) in formato adatto per i dispositivi Apple iPod, iPhone e iPad.