Lo ha annunciato Intel con un comunicato stampa ed il portavoce di Intel, Paul Bergevin, ha affermato che è una decisone presa dallo stesso Otellini: “The decision was entirely Paul's. The board accepted his decision with regret”.

 

 

Una decisione che viene presa in un momento difficile per l’azienda, in crisi in borsa e sul mercato. Otellini, infatti, ha assunto la carica di CEO nel 2005, proprio l’anno della rinascita di Intel con i processori Core, capaci di strappare il predominio prestazionale agli Athlon 64 di AMD, e da allora Intel ha visto un costante aumento di fatturato. Anche oggi, nonostante la vigorosa concorrenza di ARM.

Con l’addio di Otellini si aprono le porte sia ad un futuro non definibile sia a possibili diverse strategie di mercato. Un insieme di cose che non piacciono molto agli investitori, soprattutto quando il mercato non è tutto rose e fiori.

Attualmente, in lizza per il nuovo posto di CEO, vi sono tre candidati: Renee James, Head of Software Business, Brian Krzanich, Chief Operating Officer e Head of Worldwide Manufacturing, e Stacy Smith, Chief Financial Officer e Director of Corporate Strategy.

Gli investitori vedrebbero di buon occhio l’assurgere a CEO di Stacy Smith, così da portare Intel a lavorare nei settori più remunerativi, tagliando i rami secchi. Sarebbe l’unico ad averne le competenze. Se invece si segue il percorso interno di Intel, il candidato su cui puntare sarebbe Krzanich. Sia Otellini, sia Barrett, CEO precedente di Intel, sono stati Chief Operating Officer.

Anche Intel dovrà sopportare profondi cambiamenti, come ha fatto AMD, oppure, nonostante l’addio di Otellini, dopo 40 anni in azienda, di cui 8 da CEO, potrà continuare come ha fatto fino ad ora? Il CEO che verrà scelto sarà un utile indizio per rispondere a questa domanda.