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Un tempo la sfida tra Intel ed AMD era incentrata principalmente tra le soluzioni desktop di fascia alta. Ad ogni nuova architettura i due produttori proponevano come proprio cavallo di battaglia  costosissime CPU in grado di far segnare nuovi record prestazionali, incuranti del fattore consumo e di altri parametri. Negli ultimi anni le cose sono cambiate - la rivoluzione Mobile ha imposto nuove strade e canoni da seguire - e la sfida si è spostata altrove.

Le parole d'ordine sono diventate integrazione ed efficienza e l'obiettivo dei due produttori adesso è quello di realizzare chip sempre più piccoli in grado di offrire una grande flessibilità d'utilizzo abbinata a consumi estremamente bassi.

Non è un caso che in questo momento Intel utilizzi il più sofisticato processo produttivo a 22 nanometri solo per costruire CPU con GPU integrata (la versione Enthusiast dei processori Ivy Bridge, IVB-E, arriverà in seguito, ndr) e che AMD abbia in roadmap e a listino un nutrito numero di APU (Accelerated Processing Unit) per coprire tutte le fasce mainstream e low-end.

 

 

Questo nuovo trend prosegue con la presentazione odierna che vede il debutto della declinazione desktop delle APU "Trinity" di AMD, dopo che la versione mobile è stata annunciata diversi mesi fa. E' un lancio che il produttore americano ha rinviato più volte perchè ha preferito privilegiare la produzione per i sistemi notebook allo scopo di conquistare importanti quote di mercato in un settore che in questo momento vede ancora Intel in netto vantaggio.

Trinity è l'evoluzione di Llano che, insieme a Brazos, è stata la prima APU che ha permesso ad AMD di mostrare le potenzialità dell'integrazione di CPU e GPU iniziata sotto il nome del progetto Fusion. Da questo punto di vista la filosofia AMD è diversa da quella Intel. La casa di Sunnyvale ha strutturato un'integrazione che privilegia le prestazioni delle iGPU, con una CPU relegata ad un ruolo da "onesto comprimario",  mentre il colosso chip-maker di Santa Clara punta su una buona CPU e su una iGPU "di supporto" (anche se in questo senso le cose sono destinate a cambiare in un prossimo-futuro, vedi architettura "Haswell").

Come noto Trinity abbina una CPU realizzata con uno o due moduli Piletriver ed una iGPU dal design VLIW4, al posto della combinazione CPU "Stars" più iGPU "VLIW5" di Llano. Il processo produttivo è il SOI a 32nm di GlobalFoundries, lo stesso di Llano, ma il numero dei transistor integrati è salito da 1,178 a 1,303 miliardi e la superficie del die da 228mm^2 a 246mm^2. Trinity quindi è più grande di Llano ed AMD sostiene di essere riuscita ad incrementare le performance del 25% sul fronte CPU e del 37% su quello GPU lasciando i consumi invariati.

 

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La versione desktop si differenzia da quella mobile per il TDP, le frequenze di clock più elevate e per l'utilizzo del socket FM2. Questi i modelli annunciati oggi da AMD:

 

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 Il socket FM2 utilizza 904 pin contro i 905 sulla versione FM1 dell'APU Llano, con una disposizione leggermente diversa che non permette la compatibilità tra le due APU. L'adozione di un nuovo package è stata necessaria per via della nuova gestione del controllo delle tensioni presente nell'APU Trinity. La buona notizia è che il socket FM2, insieme ai chipset che lo supportano, accompagnerà anche le future APU mainstrem a 28nm conosciute con il nome in codice Kaveri e basate su CPU "Steamroller" e iGPU "GCN". 

A proposito di chipset, o meglio di FCH (Fusion Control Hub), tre sono quelli da abbinare alle soluzioni desktop della APU Trinity: A55, A75 ed A85X. I primi due già li conosciamo perchè utilizzati anche sul socket FM1, mentre il terzo è nuovo ed è destinato alle versioni più performanti A10-series in quanto supporta la tecnologia CrossFire di multi-GPU discrete.

 

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Di seguito il diagramma della piattaforma AMD "Virgo" basata su APU "Trinity" ed FCH "A85X":

 

A85-Architecture